sabato 1 maggio 2010

Like someone gives a sh*t about it!!

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"Quello che ho è soprattutto stanchezza, e quella inquietudine che è gemella della stanchezza quando questa non ha altra ragion d'essere oltre al fatto di essere. Ho un'intima paura dei gesti da abbozzare, una timidezza intellettuale delle parole da dire. Tutto mi sembra sordido in anticipo. L'insopportabile tedio di tutti questi visi, ebeti di intelligenza o della mancanza di essa, grotteschi fino alla nausea da quanto sono felici o infelici, orrendi perchè esistono, marea separata di cose vive che mi sono estranee..." (Fernando P.)


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Belluino stato d'inconsapevole assuefazione all' "in statu quo ante", **"We belong together! - Marmellata di Perla"** Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!! Urlatrici summie saltincantano de qua e de la, baccano baccanale.




Inferno. Infermo, gracile soffio, opaco cristallo intonso, affaticato mendicante affamato. Nessuna pietà. Chi vuole la pietas? Chi si lascia intenerire e perchè dovrebbe avere un senso? Che tutto cambi, si auspica, che tutto si colori, quel poco che rimane. Guarda in fondo al buio, ma guarda anche dove metti i piedi, testa di Mirka, Vavrinkinec...Grande Rogerino, tu sì che hai un dono. Perdono. Dono perdono, ma io non perdo, no.


(Preludio dalla Suite per Violoncello n.1 di Johann Sebastian Bach, non quello degli Skidz eh?!...)


Shukran - Affuan.

(Antenne e Arcobaleno più nero nel cielo, cascate di vita e scrutatori di stelle)

...non è più il principio, agro marinaio dal braccio amputato: i tuoi traffici loschi ti hanno ridotto così, c'è da riflettere sulle scelte fatte e da fare, habere non haberi...

Nel frattempo sembra come se ere si fossero succedute senza sosta, rughe scavate profonde mantengono viva l'attenzione sul modus vivendi: conto alla rovescia, 999.


Bestow upon me knowledge, Wizard all-knowing, all wise.


Sbiancato. Latteo. Discinta pressapochezza. Ansimante. In un angolo. Torto. Le mie remore, catene. Finale. Bagliori fievoli, interminata attesa disperante.

Musa:



Scrivo parole senz'anima, lo so, ma è il bisogno in certi momenti che mi spinge: una comunicazione seppur unilaterale, nella speranza di una qualche sorta di risposta, segno di vita, un riconoscimento, sangue e nutrimento per l'universo sommerso nei miei incunaboli.