domenica 14 dicembre 2014

Hikikomori? "Tu l'as voulu George Dandin, tu l'as voulu!"

Per Balzac, "flâner", significa vivere, godere, raccogliere battute di spirito, ammirare quadri sublimi d'amore, ritratti graziosi o grotteschi, immergere il proprio sguardo nella città che s'attraversa passeggiando: "flâneur" è un uomo che percorre la metropoli in lungo e in largo, senza meta. - La noia ha una grande importanza nella costruzione del mito di questo personaggio. Camminare e osservare appaiono come un rimedio al sentimento dell' "ennui", di cui soffrono gli uomini nell'ottocento. Nel "Castello di Barbablù" (1971) George Steiner spiega come, dopo le travolgenti vicende che sconvolsero l'Europa tra il 1789 e la sconfitta di Napoleone, gli uomini s'erano sentiti precipitare in una condizione di stasi che aveva prodotto la noia cantata nei "Fiori del male". E sarà proprio l' "ennui", per Steiner, una delle cause dell'eccesso di violenza che l'Europa conoscerà nelle successive guerre mondiali. - Per Edgar Allan Poe ("L'uomo della folla") nella modernità si vive in mezzo alla folla, si è folla. Il "flâneur" per lo scrittore americano, è un intellettuale-voyeur in bilico tra il detective e il criminale, che percorre le strade della città di notte, mentre il suo occhio è attirato dai dettagli. Si tratta di un osservatore perdigiorno, scrive Baudelaire, simile ad un artista. - I sentieri oltre a unire luoghi uniscono, soprattutto persone. E devono essere camminati, conquistati con lentezza, passo dopo passo, perché le distanze riempiono la vita.

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"Qual è il motivo della nostra lentezza? "Sei lenta perché hai sulle spalle un gran peso" riflette il gufo.

...tutti si affannano mentre le stelle stanno a guardare...A.J.

...blahnk blahnk blahnk...

"La mia ambizione è di essere scrittore di scrittura. La mia scrittura vorrei che fosse di un'eleganza impervia, inattaccabile, e al tempo stesso segretamente porosa, capace di assorbire il sentimento altrui che intende provocare; autosufficiente e disponibile, disincarnata e invitante. (Geno Pampaloni)

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Philip Kindred Dick è il più feroce antagonista del principio leibniziano secondo il quale il nostro è il migliore dei mondi possibili. - Fisicamente, concettualmente, psichicamente ed emotivamente, dimoriamo in una realtà flessibile e magmatica che viene senza tregua plasmata a nostro uso o che noi stessi elaboriamo più o meno consapevolmente e comunque non sempre a nostro beneficio. Esistiamo in un mondo di maschere (Pirandello) o di personae (Ezra Pound) o di simulacri (Baudrillard). Nessuno e nulla è davvero ciò che appare e nessuno e nulla ha la consapevolezza di essere diverso da come sembra.






"Forse la poesia è tutta lì,
fare l'universo con niente"
(Milo De Angelis"






"La morte intacca la nostra fiducia nella vita mostrandoci che, in fin dei conti, tutto è ugualmente futile se visto in rapporto alle tenebre che ci attendono"









Versi figli del dubbio, della curiosità che spinge a partire o dell'urgenza che porta a fuggire, affrontando l'ignoto. - La migrazione come "metafora dell'uscire e del nascere, dell'andare pericolosamente incontro al mondo nella vita, nel realizzare il rischio dell'essersi".

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Oggi nessuno, o quasi, dei giovani è in grado di leggere in silenzio. Solo l'intimità e la solitudine rendono possibile l'incontro con un testo, la sua ricezione.

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"Anche se la redenzione non giunge, voglio però esserne degno in ogni momento" (Franz Kafka)

"Mi serve il pericolo, la possibilità di perdermi. E se riesci a far perdere con te anche il lettore, quello che è il dono più grande per uno scrittore: regalare anche al lettore la tua libertà" (Raymond Carver)

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"Cos'è la verità? - Tra il falso e il vero cè uno spazio, quello dell'apparenza del vero. E lo spazio dell'impostura, della seduzione, dell'opinione, della stupidità, anche. L'apparenza del vero è l'incubo della verità. - E di fronte alla società ciò che conta non è tanto la realtà (ciò che davvero è) quanto l'apparenza della realtà (ciò che pensiamo sia). Il dubbio è ruggine. Corrode. E intacca non solo chi osserva, ma l'oggetto stesso del sospetto. É una pestilenza, il dubbio, contagio e miasma. - La "legge della persistenza retinica": per ragioni legate alla chimica della retina, la percezione di un immagine dura sempre un po' più a lungo dello stimolo visivo che la provoca." (Alexandre Postel)

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"Il senso più alto, quello che coincide con la vita, 
è estraneo alle parole resenti, e al dolore da cui si riversano.
É l'ascesa verso la luce dello stelo d'erba, il tuffo nelle bolle del delfino,
il dolore è in te che guardi dalla riva salata,
non in colui che lievemente s'abissa"
(Cimitero dei Partigiani)


Silenzio è attesa e disposizione ad ascoltare se stessi e gli altri.
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La ricerca del mistero che sta dietro alla vita, del significato profondo dell'essere, dell'agire con il coraggio che supera la paura dell'ignoto, della guerra, del destino. - Non insegnare ai figli ad adattarsi alla società, ad arrangiarsi, a fare compromessi, perché "il mondo di oggi ha bisogno di ribelli, ribelli spirituali".
(Tiziano Terzani)

mercoledì 3 dicembre 2014

...you don't have to be strong...mise en abyme...

Quite a quiet now beholds this place, where my leftovers, forgotten, forsaken, appear apart from this world.

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"Sacrificio" di Gyula Illyés

I miei versi di ieri li ho strappati
perché non cadano in mano a nessuno
cerco persino di dimenticarli,
potrei essere costretto a confessare.

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Pierre Teilhard de Chardin: "L'universo non tende affatto, come potremmo temere a schiacciare, ma al contrario a esaltare con la sua enormità i nostri valori individuali." (da "L'apparizione dell'uomo")

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...pensavo volessi partecipare della mia epifania, befana-bafana!

Due domande: quando è debole, scenderà a compromessi? Cosa accade quando vinci?

"La gente fantastica di più su ciò che non può vedere..."

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Genetliaco (Piccola ode all'oblio)

Ricordare è sperare di poter dimenticare un altro giorno;
Anni, specchi d'un tempo in frantumi, riflessi.
La veemenza della memoria condanna al futuro:
nuova vita

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Escerti e lacerti: 1. Silenzio; 2. Odio; 3. Non appartenenza; 4. Oscurità; 5. Estraniazione; 6. Tempus; 7. Essenza;

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 "Music is the best" said Frank Zappa.
"To live without my music would be impossible to do" wrote John Miles or Errington















Non vi sono in natura due esseri perfettamente uguali, cioè che non siano caratterizzati da una differenza interiore. Leibniz insiste su questo principio che egli chiama della "identità degli indiscernibili"