"La nostra società ha una forma essenzialmente tecnica. - Chiamiamo social ciò che tutto è meno che social. - La stessa tecnica ci induce a pensare solo al "qui e ora", avendo cancellato ogni idea di pensiero lungo. - La logica del profitto uccide ogni idea di responsabilità e di lungo termine. - La morte di Dio, delle ideologie e delle utopie ci impedisce di immaginare il domani."
(Lelio Demichelis su "Frontiere della vita, frontiere della tecnica" di Hans Jonas)*
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+Andrés Caicedo, autore di "Viva la musica!", suicida il giorno stesso dell'uscita del suo unico romanzo+*
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"Era la sua terra, la Liguria dei calanchi, il mare che si vede attraverso i buchi, la verità che si afferra di là delle feritoie. - Sartre, mi serve per vivere, non per pensare. La paura di vivere, in che modo superarla, o convivervi, non rifugiandosi in una divinità. - Pessoa, a cui "sfuggì che il senso delle stelle / non è quello di un uomo, / e si rivide nella pena di quel brillare inutile, / di quel brillare lontano...", è il compendio del Novecento. Il buio, il dolore, l'assurdità, la fede che va e che viene, l'egoespressionismo." (Bruno Quaranta e Roberto Vecchioni su Montale, Sartre, Pessoa)*
*(tratti da TTL X/IX/MMXI)
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"Assioma di Edward Morgan Forster "Il punto debole di quasi tutti i romanzi è il finale"**
"I ritmi della quotidianità sono il paravento di un delirio esistenziale che è lì, pronto a divorarci tutti" (Sergio Pent su "L'esordiente" di Raul Montanari)**
"Secondo Walter Benjamin la narrazione è morta con la nascita del romanzo. - Il narratore scopre il mistero dell'esistenza (assicurandocene una percezione concreta) mentre il romanziere svela e ci comunica la disperazione dell'uomo e il suo smarrimento. Il narratore è il giusto, "l'uomo che "sa orientarsi" sulla terra senza avere troppo a che fare con essa": il romanziere per orientarsi è costretto a avere "fin troppo a che fare con la terra" con essa obbligato a rinnovare continui defatiganti accordi... - (Angelo Guglielmi su "Il narratore" di Walter Benjamin)**
"...Stavolta l'Acadèmie Goncourt ha dato il suo premio a un autore veramente sconosciuto. Non è giovane; ma sconosciuto sì, e lo resterà..."...ehm, giornalista del 1920 a proposito del premio conferito a Marcel Proust...**
"Alla nostra epoca impaziente quale mirabile esempio sanno dare, mostrando a quale gloria può condurre il rifiuto del successo, e di quale dominazione diviene capace un artista che sa attendere." (André Gide)**
"C'è un momento della vita in cui la presa di coscienza del "tempo che resta" o un accadimento traumatico costituisce una cesura tra un prima e un dopo. Che si tratti di angoscioso bilancio o di lutto devastante, uscire dalla selva oscura implica una "scossa" che porterà a una vita nova, salvifica, solo con un progetto - lottare e costruire ancora - "che vada in un'altra direzione"." (Paola Décina Lombardi su "La preparazione del romanzo" di Roland Barthes)**
** (tratti da TTL II/IV/MMXI)
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