domenica 26 gennaio 2014

"Abbandonico? ...Au contraire! Welcome to a year of togetherness!!"




"Les acteurs ne sont pas des gens" - "Lafanga, haramzada, salah!"


 

- "Kitchy-con, Kitchy-ki, Kitchy-con, stant-i, Kitchy-opoli, Kitcky-nopoli, Kitcky-Co-stan-ti-nopoli"




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"Elloen dioen London"






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In perenne crisi creativa, esita, si blocca, non crede in quello che fa, è sempre sul punto di lasciar perdere: "Sono stanco anche di questa mia scrittura, giacché stile non si vuol chiamare, falsamente classicheggiante, falsamente nervosa, falsamente abbandonata, e giù con tutte le altre falsità...Per forza, la mia scrittura è falsa: falsi e retorici sono in gran parte i sentimenti che esprime" (T.Lando) - "Come preoccupante, faticosa, minacciosa è la realtà, come è meglio ciò che non lo è! Somma è veramente la mia ripugnanza della, e alla, realtà" (S.King) - Diuturna morte - Si deve obbedire all'impulso di raccontare, non si sa perché. Nessuno lo sa. Antico mistero mai risolto.




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"Toda la noche hago la noche. Toda la noche escribo. Palabra por palabra yo escribo la noche."





"Ya he perdido el nombre que me llamaba, su rostro rueda por mi como el sonido del agua en la noche, del agua cayendo en el agua. Y es su sonrisa la ùltima sobreviviente, no mi memoria."





"Cada noche, en la duraciòn de un grito, viene una sombra nueva."





"No es muda la muerte. Escucho el canto de los enlutados sellar las ehndiduras del silencio. Escucho tu dulcisimo llanto florecer mi silencio gris."






"Elles, les âmes (...), sont malades et elles souffrent
et nul ne leur porte remède;
elles sont blessées et brisés et nul ne les panse."




(Alejandra P.)






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"Alcune certezze contro ogni ragionevole dubbio e contro ogni evidenza sono il segnale o di follia egocentrica o di vera arte.

Si chiamava Camille Doncieux, fu la modella del giovane artista (Claude Monet), ne fu la compagna, sposata simbolicamente con un anello fatto di fili d'erba, fu la madre dei suoi due figli." (S. Cowell)









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"Un telefono nero unisce Berlino a Mosca. Ribbentrop e Molotov, ministri degli esteri. Hitler e Stalin, ovvero il "sonnambulo" e il "realista". Metafora del potere centrale visto come Moloch indifferente alle vite dei singoli individui. - Il compositore Dmitri Shostakovich, autore nel 1942 della Settima Sinfonia sull'assedio di Leningrado, fu per due volte arrestato dal regime nel corso della sua carriera in quanto "nemico del popolo", in perenne conflitto con il "realismo socialista" codificato da Gorkij.





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Un concetto molto utilizzato nella filosofia di Hannah Arendt è quello di estraniazione: i regimi totalitari, al fine di perpetuare il loro potere, governano attraverso il terrore, imponendo il pensiero unico e abolendo la distinzione tra pubblico e privato. In questo consiste l'estraniazione da sé: se tutto diventa pubblico e la libertà di scelta viene abolita, emerge il pericoloso sentimento di unanimità, che è il risultato della acritica adesione a ciò che viene imposto e alimenta però un sentimento di euforica sicurezza. Nell'estraniazione l'uomo perde la fede in se stesso come partner dei suoi pensieri e quella fiducia elementare nel mondo che è necessaria per fare delle esperienze... - ...In quella forma di estraniazione organizzata che chiamiamo massificazione si annida il virus della solitudine malata.

Una parte di noi viene trascurata, abbandonata e si manifesta a volte improvvisamente come vertigine, senso di vuoto, stupore senza oggetto: metafora del carcerato, dell'esule, anzi dell'apolide, senza più terra e fondamento. Esistono solitudini diverse: al senso di isolamento come espressione dell'allontanamento da sé (la "folla solitaria") si oppone la solitudine come scelta, come difficile cammino verso una maggiore intimità con se stessi e con ciò che in noi sembra essere meno transeunte. Mettere la solitudine al centro della nostra esperienza di vita per mostrarne le durezze e la violenza, ma anche l'aspra saggezza che in essa si nasconde. - Noi ci portiamo dentro una nostalgia incolmabile di unità, che continuamente cerca di trovare adempimento, anzitutto nell'amore. Ma chi ama presto impara che, se è sincero, l'amore non può essere totale. E dunque impara che sempre torniamo a essere soli. "Pathos della scomparsa" - Per quanto noi cerchiamo di allontanarla e travestirla, la solitudine si configura come un destino. La scomparsa improvvisa di chi dava significato alla nostra vita sembra irridere ogni speranza di trascendimento e installare dentro di noi il dolore come sola realtà. Ma il dolore ci insegna il nulla, e a volte ce lo fa desiderare, come morte della coscienza e reintegrazione di una unità definitiva. Una pedagogia della solitudine suggerisce di opporsi a questo esito accogliendo coscientemente la nostra sofferenza, seguendola nel cammino che essa si scava dentro di noi, restando umani proprio per il fatto di non volerla espellere con violenza. - Le parole salvano ma anche illudono e corrompono. Forse la cosa più semplice da dire è che la solitudine - come l'amore, il dolore e la morte - ci spetta inevitabilmente e perciò, se si può, converrebbe farne qualcosa.




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"La vita di quelli che ti vogliono bene può rendere più grande la tua" (Don W.);




"Come dicono i Samurai: un guerriero senza pratica spirituale è solo un assassino" (Isabelle A.);




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Misurarsi col tempo è una sua vecchia passione, così come saggiare il dolore e l'impotenza dei singoli di fronte alla violenza del mondo o ascoltare il silenzio degli sconfitti. Ma in più ora ci sono la casualità dei fatti e l'irrazionalità della vita che talvolta ridanno fiato se non all'utopia, almeno alla speranza. E' lo spazio che Jenny Erpenbeck definisce"intervallo", un altrove in cui gli eventi scivolano verso un epilogo felice... - ...in virtù del gesto di chi non si piega di fronte all'oblio, al trascolorare dell'esistenza, all'imperativo della morte, al "cadere fuori da tutti i mondo possibili".




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Emily si macera al pensiero che non ama nessuno e nessuno la amerà mai... - ..."l'omicidio cominciò da qualche parte nel suo cuore, un luogo dove non era mai stata... - l'anziana signora che in Di notte
si ritrova accanto il marito morto ("e capì che era successo prima ancora di girarsi verso di lui")... - ...il suo fucile da caccia ("domani lo butterò nel torrente. Non voglio vederlo mai più")... - ...non fanno niente di straordinario, si limitano a vivere giorno dopo giorno cercando di arginare l'avanzare inesorabile del dolore e della solitudine... - ...non si danno per vinti, non rinunciano a cercare, cercare ancora, e ancora, e ancora, e ancora. Che cosa? Un riscatto, una redenzione, che di norma corrisponde al fatto di non essersi arresi malgrado la consapevolezza della sconfitta finale che tutti attende... - ...sopravvissuti alle grandi speranze della loro esistenza e alle illusioni perdute, sopravvissuti agli amori finiti oppure disperati perché non ricambiati, ai litigi e alle incomprensioni: e poco importa, in fondo, se per trovare una qualche forma di salvezza finiscano per mentire innanzitutto a se stessi. (André D.)