lunedì 21 novembre 2016

"Pulvis, cinis et nihil" - Cupio dissolvi? - "L'inferno è un'idea nata originariamente da un pasticcio di mele mal digerito"

"Un atteggiamento apparentemente riduttivo, che denota la consapevolezza che, al di là di ogni pur generosa astrazione, conta lo spendersi fino in fondo nella concretezza di una situazione, nel proprio angolo di mondo." (Marco Lodoli, "Italia")

"L'evento capitale che nessuno è stato in grado di raccontare, il distacco dell'uomo dalle maglie dell'indistinto. - Diventò il più temibile tra gli animali da preda, tanto da accanirsi contro la sua stessa specie" (Roberto Calasso, "Il cacciatore celeste")

"Ha scritto Italo Calvino che un "classico" è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire" - Le virtù del buon principe: egli deve governare in primo luogo sé stesso apprendendo virtù morali come fortezza, temperanza, giustizia e prudenza; dotandosi delle virtù della conversazione, ovvero affabilità, veracità e urbanità; aspirando a diverse altre virtù quali magnificenza e magnanimità; soprattutto, non facendosi dominare da passioni potenzialmente negative. - Non circondarsi di adulatori, ma di persone "savie e fedeli" che diano consigli sinceri." 
(Ludovico Antonio Muratori, "Della pubblica felicità")



"Per noi che non abbiamo la fede, la Storia è il luogo dove trovare, se non un senso definitivo, almeno un senso temporaneo, calibrato, delimitato, dell'esistenza individuale come di quella collettiva. - ...la letteratura svolge un ruolo autenticamente liberatorio. Mi riferisco qui alla libertà che consente ad un soggetto di essere parte attiva della sua storia, con la minuscola. Mentre scrivo sono protagonista di ciò che accade, ne sono artefice, rivendico un ruolo attivo e pensante, mi sento solidale con un mondo che sarà anche immenso ed estraneo, ma senza dubbio è anche mio. - Nella letteratura mi sento legato a cose che non ho vissuto, scopro cose che sento vicine, anche senza averle potute sperimentare sulla mia pelle. - Qualsiasi libro può essere contemporaneo perché paradossalmente, qualsiasi lettore può essere anacronistico. Un grande libro è quello capace di abolire la distanza tra il momento in cui fu scritto e il momento in cui viene letto:. Definiamo "Classici" i libri che sono riusciti a superare la prova del tempo, che in una certa misura, sono riusciti a sottrarsi alla categoria del tempo. (Abolizione del tempo) - Nella letteratura acquisisco certezze sulla mia natura. Riconoscendomi in ciò che leggo, capisco chi sono tramite un altro. I libri tessono reti che contengono la vita di ogni lettore, in modo che la sua biografia individuale dialoghi con la biografia della specie.Il tessuto di ciò che siamo si disegna nel telaio di ciò che leggiamo. (Comprensione dell'Io) - Nella letteratura vado oltre il mio tempo esperienziale, che è per definizione un tempo limitato. Dal momento che non posso conoscere tutte le persone che mi circondano, non posso visitare tutti i paesi che esistono, non posso parlare tutte le lingue che vorrei, la letteratura mi restituisce non solo il tempo perduto, ma anche i tempi che scorrono paralleli e simultanei alla mia esistenza. La letteratura mi moltiplica; la letteratura mi regala orizzonti; la letteratura mi avvicina distinti frattali dell'universo. (Superamento della finitezza) - In nessun luogo come nella letteratura riesco a comprendere quali  sono i miei veri interessi; certa letteratura non inganna mai, è costantemente al di sopra di ogni aspettativa. (Constatazione del talento) - La letteratura è un buco nero che attenta ad ogni apriorismo, che sia di indole ideologica, sentimentale o estetica. Quando ti immergi nella lettura di certi libri, perdi i tuoi atavismi. (Distruzione del pregiudizio) - Per citare le parole di Alberto Manguel in "La biblioteca di notte":" Per il lettore cosmopolita la patria non è nello spazio, frantumato da frontiere politiche, ma nel tempo, che non ha limiti". - La letteratura dona a chi la utilizza la libertà che nasce sempre dall'esercizio della memoria come documentazione,  come atto giudiziario, come strumento di esumazione. - Tucidide " I ricordi degli uomini sono strettamente legati alla sofferenza". - Come altri che subirono il demonio del nazismo, il senso di colpa di essere sopravvissuto a un simile orrore arrivò ad essere in lui più potente del desiderio di vivere, e così come Primo Levi si gettò nella tromba delle scale o Jean Améry si uccise con gli stupefacenti, Celan, poeta di origine rumena, si tolse la vita gettandosi nella Senna. Senza l'Olocausto, alcuni dei testi più belli del secolo passato non sarebbero esistiti. E' dunque paradossale che Adorno abbia parlato dell'impossibilità della poesia dopo Auschwitz; proprio perché c'è stato Auschwitz, ha senso la poesia. - Tra il dolore e il nulla sul piano della sua vita optò per il nulla. Ma sul piano estetico, la sua memoria di aver succhiato il "nero latte dell'alba", che per lui non bastò come rimedio contro l'orrore del ricordo, per noi si è tramutata in una delle immagini universali e incancellabili del dolore, della sofferenza. - Per questo esiste la letteratura, per non dimenticare che siamo l'unico animale dotato di memoria e di conseguenza libero persino di autodistruggersi, l'unico animale in grado di ricordare ciò che lo uccide e annienta, ma nello stesso tempo l'unico che può trasformare tutto questo dolore e tutta questa sofferenza in un tesoro inespugnabile". (Ricardo Menéndez Salmòn, "Bambini nel tempo")





"Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell'opera: è proprio per non volervelo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell'opera" (Fabrizio De André)

"In ebraico la "amud hatawwek" è la colonna portante... - ..."emet" significa verità ed è composta da tre consonanti, la prima che è la "alef", l'ultima che è la "taw" e in centro la "mem" che è a metà dell'alfabeto. Come a dirci che la parola "verità" contiene tutto. - L'ebraismo ha inventato la "gheullah", l'idea di redenzione, di riscatto. La fede nella possibilità che il mondo cambi radicalmente. - Il Talmud è l'equilibrio tra il monoteismo e la "guellah", l'asse portante che sostiene quella mobile dinamica che corre fra l'osservanza della legge, cioè la "halakhah", e la mistica, cioè la metafisica, quel porsi le domande universali sul senso del mondo e di noi." (Adin Steinsaltz)

"Se ti vedono qui, ti uccideranno!" - dice Giulietta, e Romeo: " Il pericolo è più nei tuoi occhi che in venti delle loro spade"




"La vita come cimento e sfida per lo più perduta in partenza, come rabbia tellurica che impatta i limiti e le coercizioni di un ambiente oscuramente ostile, crudele"


"Se uno fa sempre quello che gli dicono gli altri non vale la pena di vivere"




"Sporcarsi le mani, tornare alla terra. - Low living, high thinking di Thoreau - inventore del downshifting, vivere basso, pensare alto"


"I sogni muoiono all'alba?"

"Never complain, never explain"



"Con tutto ciò che da penne cattoliche è stato scritto contro il fascismo si riempirebbe a stento uno scaffaletto di libreria; con quanto è stato scritto nello stesso periodo contro il comunismo, una biblioteca. - In quegli anni non mancarono - da parte del Papa e di prelati vaticani, come di alti esponenti delle chiese protestanti - forti denunce e condanne di principi del fascismo e del nazionalsocialismo. - anche se non si giunse mai alla condanna integrale dei due regimi. - La prudenza è per la chiesa cattolica una virtù perenne, praticata anche nel ventennio fascista."  (Emilio Gentile, "Contro Cesare")

"Il mito gnostico della luce-materia, la discesa alle origini della vita, i miti connessi al numero 4 e le quattro valenze del carbonio... - ...viaggi dell'anima, il viaggio allucinatorio della droga - le calate agli inferi - il "mondo rovesciato" di "Through the looking glass." (Belpoliti - Manera "Furio Jesi Riga n.31")

"Nel dubbio verità ed errore si incontrano. - Per colui che ha visto il caos non c'è più possibilità di nascondersi, egli sa piuttosto che la terra gli oscilla sotto i piedi e sa che cosa significa quel movimento"
(Carl Gustav Jung, "Il libro rosso")

"Tutto vale la pena se l'anima non è piccola" (Fernando Pessoa)



sabato 23 luglio 2016

Emunctae naris - "Non si va a casa del diavolo per parlare di Flaubert" (Amok)

"Strappato all'oblio, il corso del tempo viene cristallizzato; ci viene offerto nella sua immagine mobile"
((Joseph Czapski, "Proust a Grjazovec")

"I capolavori dell'arte, della letteratura e della filosofia minacciano le tirannie perché incoraggiano a pensare liberamente, immaginare, mettere in discussione le idee preconcette e l'autorità stabilita. Nessun sermone, nessuna forma di correttezza politica può sostituire la profonda empatia che nasce dall'immaginazione, quando questa ci fa vivere le esperienze di altre persone e ci apre gli occhi su idee e punti di vista di cui ignoravamo l'esistenza".
(Azar Nafisi, "Leggere Lolita a Teheran")

"Tutto accade e tutto continua (..da qualche parte nell'universo [Borges]), nulla s'interrompe, la nostra momentaneità si unisce con l'immortalità del mondo".

"Provare nostalgia per un luogo o una persona significa avvertire un distacco che non può essere colmato a causa dell'irreversibilità del tempo: pertanto, la nostalgia è una sensazione dolorosa, letteralmente il dolore del ritorno, il configurarsi di un percorso precluso alla possibilità di attingere ad una esperienza, che sopravvive soltanto nella memoria o è destinata all'oblio. - Novalis "la filosofia è nostalgia, un impulso ad essere a casa propria ovunque" - Heidegger "essere a casa propria significa prendere dimora nella totalità del mondo, accettando il senso di solitudine proprio della finitezza priva di trascendenza che caratterizza la nostra esistenza". -  L'identità dell'uomo moderno è luttuosa, frutto dell'elaborazione malinconica di un esilio originario che ne determina l'incoercibile nomadismo interiore: non vi è nessun luogo da cui partire e nessun approdo in terraferma. - Una patria metafisica può essere raggiunta solo nella prospettiva di un viaggio interminabile, di un'erranza infinita nello spaesamento dell'io. - L'ambivalenza della nostalgia può così essere colta nella perenne oscillazione tra due rimpianti: quando si è lontani, il rimpianto della patria perduta, della lingua materna e del focolare domestico; al ritorno il rimpianto delle occasioni mancate, delle possibilità trascurate". 
(Barbara Cassin, "La nostalgia. Quando dunque siamo a casa?")

"Scrivere è un modo di esprimere emozioni: niente è più importante, senza emozionio non faremmo nulla, non saremmo neanche umani". (Thomas Ligotti)

...la mente che riflette su sé stessa...

- Heart - Barracuda - 1977 -

"Leggere è amare la vita... - ...per scacciare la paura del buio. Il buio dell'ignoranza, della solitudine". (Ferdinando Scianna)

"...due figli della strada, due sheggè, come vengono chiamati i bimbi senza casa a Kinshasa..."


"Ormoni specchio" si attivano quando un individuo osserva la sua stessa azione compiuta da un altro soggetto. - Come dice Re Lear, "La maturità è tutto". (Fabio Volo, "E' tutta vita").

"L'adulterio, quando è ispirato da un vero amore, non indebolisce il sentimento familiare, i doveri di parentela, ma li ravviva". (Marcel Proust)


"Forse ogni salvezza che non provenga da dove ha luogo il pericolo, è ancora sventura" (Heidegger)

"Non esiste ciò che accade, ma ciò che è rappresentato. - ...La realtà oggettiva fa posto alla realtà integrale,senza limiti in cui tutto è realizzato, tecnicamente materializzato, privo di riferimento a qualsiasi principio , a qualsiasi destinazione finale. - ...Stanchi di immaginare, abbiamo affidato a delle macchine il compito di immaginare per noi e di farci immaginare attraverso la loro immaginazione tecnica. - ...Anche il tempo è mutato: il tempo dell'evento, dell'affetto, della passione, il tempo necessario a farsi un giudizio, a creare una volontà - questo tempo è stato sopraffatto dal tempo virtuale."
(Jean Baudrillard, "Il patto di lucidità o l'intelligenza del Male")

"Al pari della teologia, la psicoanalisi è un sapere infondato. Entrambe cercano di riconciliare una fede con la ragione. Entrambe aspirano ad una validità universale delle leggi individuate, siano esse leggi generali dello sviluppo psichico o leggi di natura, dimenticando che anch'esse sono storicamente determinate. Entrambe si valgono di ingegnosissimi accrocchi concettuali e mettono in campo topologie affascinanti, movimenti dialettici del pensiero, nuovi linguaggi che poi diventano, spesso a sproposito, koiné. Entrambe si contendono la nostra anima. Di entrambe è dubbia l'efficacia. Sono macchine di senso: una inserisce Dio l'uomo il mondo e l'universo tutto in un grandioso orizzonte di eternità sul cui sfondo si agita una vicenda storica di caduta e di redenzione; l'altra compone i frammenti sparsi e insensati della nostra esistenza in una storia dotata di significato. A uno sguardo scientista entrambe poggiano sul nulla. O sul tutto della fede, che però è un'esperienza personale, difficilmente partecipabile a chi non abbia percorso il medesimo cammino."

"La follia che alberga nel cuore di ogni uomo è anche emancipazione delle facoltà intellettuali: in questo modo si liberano doti naturali che prima erano state inibite. - Byron: "Duplice è la nostra vita: la fantasia ha il suo proprio mondo / e un vasto reame di sfrenata realtà..."
(Gregory Bateson, "Perceval, un paziente narra la propria psicosi 1830-1832")

"Le parole capiscono se stesse meglio di chi le usa perché il parlante, per quanto colto, è sempre più innocente di loro: la vita di una parola è di solito infinitamente più lunga di qualsiasi individuo. - Ogni nome non ricorda qualcuno, ma la sua assenza."

"L'iconografia dilatata degli occhi intende codificare un certo tipo di sguardo, più che tracciare una rappresentazione realistica degli occhi: si tratta dello sguardo "sbarrato" (comune a tutte le razze) con cui il neonato fissa gli occhi degli altri quando comincia a prendere coscienza dell'ambiente circostante. - Nei fumetti giapponesi non sono occhi guardati, ma guardanti."

Giordano Bruno, scomunicato, dalla chiesa cattolica, ma anche dai calvinisti e poi dai luterani, seppe rispondere a chi lo condannava al rogo: "Tremate più voi a leggere la sentenza, che io ad ascoltarla."


Novalis scrive che "l'anima è un individuo che riempie il tempo", sentenza che mantiene la sua validità nelle "Affinità elettive" di Goethe, poi nella fenomenologia dello spirito hegeliana e nella costituzione della soggettività propria dell'idealismo tedesco.

Harold Bloom difende l'arte della lettura. Di quella strana e superba onanistica funzione dell'individuo che ancora abbia affezione per quell'impunito vizio di trovare in un libro non il "passatempo" , ma la controfigura esistenziale del proprio modo di essere.

Henry James teorizza la sostanziale necessità di non prendere congedo, di non cercare la completezza ma semmai cercare di avvicinarsene soltanto.

La fotografia conserva l'aura, la non riproducibilità di un istante irripetibile.

"E' molto raro il momento in cui "succede qualcosa" per davvero. Il più delle volte le persone e le cose se ne stanno semplicemente lì,l a mezz'aria." (Sandor Marai, "Il gabbiano")

L'identità nazionalista e post-colonialista del Subcontinente è basata sul microcosmo familiare, sul controllo delle libere pulsioni emotive grazie ai matrimoni combinati e a quella che è stata definita "corporate morality", di cui è parte fondamentale il concetto di "arth", anche profitto, accumulo di beni materiali, ma soprattutto, almeno in teoria, ricerca e acquisizione del benessere spirituale. (Namita Devidayal, "Dolceamaro a Bombay")

"Apollo e Dioniso rappresentano il sogno e l'ebbrezza, la forma e la forza, la visione e l'impulso orgiastico, differenti espressioni del sentimento estatico dell'esistenza, quello in cui l'uomo viene trasfigurato nell'opera d'arte. Nietzsche insiste sulla coesistenza delle due divinità che si spartiscono il dominio nell'ordinamento delfico del culto, generando un equilibrio che vede alternarsi assennatezza e dismisura, moderazione e violenza. Tra Dioniso e Apollo si instaurò la lotta tra verità e bellezza, che caratterizzò la grecità fino a raggiungere, depauperata e isterilita dopo Socrate, la modernità; i Greci intesero che il fine della cultura è quello di "velare la verità", di opporre la misura all'eccesso. Si trattò per la grecità apollinea di trasformare il carattere lacerante del pensiero tragico in rappresentazioni con cui si potesse "vivere", creando un mondo intermedio tra verità e bellezza, in cui il dolore, l'assurdità e l'atrocità dell'esistenza giungessero a manifestarsi in una bella parvenza, trasferendo cioè sul piano illusorio e salutare dell'apparenza la visione annichilente di quell'abisso terrificante. L'arte rendeva possibile la creazione di "una possibilità più alta di esistenza", che consisteva nel mantenere aperta e vibrante l'espressione degli affetti, la comunicazione dei sentimenti, la condivisione del dolore, seppur trasferita "in rappresentazioni coscienti".; in tal modo nell'esaltazione dell'essere che si avvale della danza e dell'intero simbolismo del corpo, la bellezza veniva ad accrescere con "il piacere di esistere", cioé la vita ascendente. - Eros e Logos convivono permanentemente nella nostra vita."

(Giorgio Colli, "Apollineo e dionisiaco")

Chi ricorda Euripide sa che Elena, colei per la quale tanto sangue fu sparso, è soltanto un eidolon, un simulacro, un'immagine fatta d'aria. - I narcisisti alessitimici, così profondamente insicuri e spaventati da sentirsi costretti a ostentare un'immagine di autosufficienza, che li porta a dire: "Non ho bisogno di nessuno."

"Guarda, ritornano", scriveva Ezra Pound degli dèi greci, "uno per uno/ impauriti, solo a metà svegli". Gli dèi non sono morti, scriveva Jung, sono diventati malattie dell'anima. Ma è stato James Hillman a svelare al Novecento il ritorno degli dèi, o meglio agli dèi come modelli di psicopatologia, agli dèi come vettori di consapevolezza del destino proprio di ogni anima e di ogni suo aspetto, agli dèi come forme archetipiche nelle quali riconoscersi. Robert Bly ha cantato il riaffiorare di Saturno nell'ombra della pandemia contemporanea: la depressione; - L'intreccio fra i tormenti dell'anima individuale e i grandi mali collettivi può decrittarsi solo svelandone gli archetipi, riflessi negli antichi dèi. (Silvia Ronchey)

""Nel suo libro c'è del buono e dell'originale, ma quel che è originale non è buono, e quel che è buono non è originale." (Bertrand Russell)


Cilicio

...è guardarsi con gli occhi degli altri;
...è la consapevolezza della fugacità di tutti questi nostri passi;
...è la maschera che ti sfigura per non farti sfigurare;
...è il dubbio nell'errore non compiuto;
...è pensare il cambiamento come ad un supplizio;

"...piccolo uomo di fronte al Mondo che ti schiaccia, non chinare la testa, anche se duole; se non altro l'orgoglio e la dignità?..."

...è quella speranza che ti assale, quando vacilli;
...è l'immagine di quello che poteva essere;
...è la Ragione che t'impone la sua crudeltà;
...è un vuoto che non si colma;

"Siamo attimi nel tempo. Inventiamo scuse"

mercoledì 30 marzo 2016

Laudatio temporis acti? Forse un po' atrabiliare...


...al tiranno si baciavano le mani in un impeto di buffonesca complicità...(Hisham Matar)

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"La globalizzazione è un fuoco, o magari un totem e un tabù. Più realisticamente, caduti nazifascismo e comunismo, sembra essere l'unica parola-idea in grado di dividere fino alla violenza: forse perché il concetto è ancora così misterioso e ambiguo. la globalizzazione ipotizza una società aperta, ma questa apertura sembra riguardare esclusivamente i mercati finanziari in una dilatazione selvaggia che arricchirà i già ricchi e radicherà nella povertà i poveri.

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"Oggi tempo e spazio sono stati annullati dalla tecnica e dall'economia. L'amicizia ha ceduto il passo a rapporti sociali di scambio e di mera esecuzione, dove il "fare" prevale sulla capacità e possibilità di "essere"; relazioni continue e pervasive, ma puramente funzionali, senza passioni. - nascisismo patologico e solipsistico - Il trionfo dell'indifferenza ma soprattutto della banalità (Baudrillard). - Per Aristotele, l'amicizia era base della polis. Compito della politica, diceva, "sembra essere il creare amicizia". Ma se l'antichità "h vissuto e pensato l'amicizia con intensità, l'ha poi portata con sé nella tomba (Nietzsche). - Modelli attuali sono ispirati a bisogno ossessivo di nemici, disuguaglianze esasperate e con macchina omologante efficientissima. - per far nascere l'homo reciprocus, consapevole della propria incompiutezza e inevitabile dipendenza dall'altro bisognerebbe sconfiggere la pre-dominanza della tecnica e la sua unilaterale e universale "forma del mondo".

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"Le virtù dell'ozio": l'otium latino (la vita ritirata di Seneca) e l'otium cristiano (la contemplazione che placa l'agostiniano "inquietum cor nostrum", ovvero uscire dal mondo e naufragare in Dio, la "retraite" giansenista), il petrarchesco cammino "de vita solitaria" verso il salvifico approdo ("mors optima rerum") e il torrione di Montaigne dove testimoniare che "l'ozio fa sempre vagare la mente". - "L'arte di andare a zonzo" - "Non è la vacanza di un'anima priva di scopi. E' il sentimentoacuto dell'universo, quella pericolosa, intellettuale visione degli infiniti possibili, il raptus contemplativo... - ...solo quando ci fermiamo la mente può correre verso i confini delle cose".

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"Si vive l'amore come un codice, costruito anche contro il perenne riaffiorare del desiderio... - forma di ipnosi... - ...il desiderio è un luogo selvaggio, di non-civiltà, è il contrario del codice. E' problematico perché la società ha bisogno di regole per non disintegrarsi".

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"Sono varie le ragioni che fanno il sangue amaro del poeta, ma due prevalgono, forse, su tutte: il disgusto per molti aspetti della realtà del nostro tempo, e il disagio esistenziale, la fatica dell'esserci a fronte di un forte senso del nulla". (M. Cucchi)

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"La storia di un giovane inglese che la guerra ha mutilato nel corpo e nello spirito. Si guarda intorno e non trova risposte all'orrore di quegli anni. - Il romanzo s'arricchisce di molte narrazioni che, come in una seduta psicoanalitica, fanno emergere il sottofondo buio e squallido dell'ambiente familiare. Si spalanca un mondo di menzogna e affiorano verità amare, mentre egli assiste al disgregarsi di ogni rapporto. L'idillio si capovolge nella catastrofe di casa e il mondo sembra preda di demoni. La madre cade nell'abiezione e il padre è come un folle a cui la fantasia ha spezzato l'esistenza. Non senza enfasi e con un linguaggio talvolta iperbolico Döblin compone un'opera epica di grande respiro: sul problema del male, ma anche sulla ricerca di se stessi in un gesto di speranza. Nel destino della famiglia s'intravede il mondo in frantumi del dopoguerra. ma nel riscatto finale lo scrittore concilia la sua nuova fede con l'immagine del futuro. Egli ora sa, come diceva sua madre, "che la nostra sorte va molto più in là di quello che ci immaginiamo".

(Luigi Forte su "Amleto. La lunga notte sta per finire" di Alfred Döblin)

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...nel suo agire c'è tanto il candore della falsa coscienza quanto la disinvoltura di chi si sente indenne dal male e perciò legibus solutus... (Massimo Raffaeli)

"All'uomo di cultutra non spetta altro còmpito che quello di capire, e aiutare a capire". - "Ho cercato in particolare di rispettare le parole che scrivevo, giacché, per mezzo di esse, rispettavo coloro che le potevano leggere e che non volevo ingannare". (Claudio Magris)

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"Il tempo che proclama trionfalmente di aver abbattuto tutti i muri non ha fatto altro che alzarne di invisibili, dunque ancora più invalicabili: "la vera logica urbanistica delle periferie è l'escludere, l'atomizzare, il separare. Le periferie sono il luogo della deportazione, e sono concepite apposta per questo".

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"L'uccello e il pesce possono innamorarsi, ma dove costruiranno il loro nido?"

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"L'esteriorità prima o al posto dell'interiorità. Culto/cura del corpo, ma anche sua negazione attraverso la sua esaltazione. Adoriamo il corpo e insieme ne diffidiamo e vorremmo correggerlo, migliorarlo, farlo più bello e più efficiente".

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"Il suo nome è Wakdjunkaga: "colui che gioca dei tiri" (Trickster) - "Il bagatto, giocoliere dei tarocchi, figura beffarda e inquietante, dispettoso lascivo e folle. - Personaggio complesso: da un lato beffatore e beffato, dall'altro portatore di cultura (il fuoco - Prometeo, Hermes) e addirittura, in certi cicli, creatore del mondo, o perlomeno di uno dei livelli del mondo. E' il primogenito(chiamato anche il Vecchio) e questa definizione riporta alle figure del Purusha vedico o del gigante scandinavo Ymir, esempi dell'urmensch, l'uomo primordiale che dà origine, con lo smembramento o con le azioni, al mondo conosciuto. - Il diavolo, d'altronde non è altro che simia dei, ciarlatanesco imitatore della potenza divina; psicologicamente si può riconoscere in tali forme mitiche la personificazione dell'archetipo collettivo dell'Ombra, di ciò che noi consideriamo negativo, inferiore, sconveniente, ma che comunque ci appartiene. - Jung apparenta la figura di W a quella dello sciamano, la cui formazione comporta un vero tormento fisico e morale, "confermando la verità mitica secondo cui ferito e feritore sono capaci di guarire, e chi soffre elimina il dolore". - "L'agirci senza che noi ce ne rendiamo conto è una caratteristica dell'Ombra e possiamo opporci ad essa solo attraverso il riconoscimento della nostra parte oscura e attraverso la sofferenza che questo riconoscimento ci impone. (Alessandro De Filippi su "Il briccone divino" , Paul Radin, Carl Gustav Jung, Karl Kerényi)

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"L'enigma della scimmia si riferisce alla simbologia dell'animale, collegato fin dal Medio Evo al mostruoso e al demoniaco. Ma anche alla pittura proprio perché la scimmia imita l'uomo come la pittura rifà la natura".

...ah, bear in mind this garden was enchanted!..

...colligite fragmenta, ne pereant...

"Spunterà come radice in terra arida; non ha apparenza né bellezza; disprezzato e reietto dagli uomini; uomo dei dolori che ben conosce il patire" (Isaia 53, 2-3)




Platone nella Repubblica spiega: "Non ci sarebbe, a quanto sembra, nessuno così adamantino da restar fermo alla giustizia, trovandosi tra gli uomini con potere pari agli Dei".

"Preferisco che tutto sia da rifare, al dover tutto accettare come un'eredità immutabile" (Curzio Malaparte, "Kaputt")

"Riconoscere l'importanza di un oggetto può avvenire solo costruendo gerarchie di pensiero. Stabilendo, nel nostro cervello, dei circuiti di livello sempre più ampio, delle categorie di pensiero che possiamo confrontare con quelli che sono i nostri interessi, i nostri desideri, le nostre necessità. Il che significa vivere. Vivere di più, e vivere meglio." (Marco Malvaldi, "L'nfinito fra parentesi").

"M'insegnavate come l'om s'etterna" (Dante, "Inferno")