mercoledì 30 marzo 2016

Laudatio temporis acti? Forse un po' atrabiliare...


...al tiranno si baciavano le mani in un impeto di buffonesca complicità...(Hisham Matar)

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"La globalizzazione è un fuoco, o magari un totem e un tabù. Più realisticamente, caduti nazifascismo e comunismo, sembra essere l'unica parola-idea in grado di dividere fino alla violenza: forse perché il concetto è ancora così misterioso e ambiguo. la globalizzazione ipotizza una società aperta, ma questa apertura sembra riguardare esclusivamente i mercati finanziari in una dilatazione selvaggia che arricchirà i già ricchi e radicherà nella povertà i poveri.

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"Oggi tempo e spazio sono stati annullati dalla tecnica e dall'economia. L'amicizia ha ceduto il passo a rapporti sociali di scambio e di mera esecuzione, dove il "fare" prevale sulla capacità e possibilità di "essere"; relazioni continue e pervasive, ma puramente funzionali, senza passioni. - nascisismo patologico e solipsistico - Il trionfo dell'indifferenza ma soprattutto della banalità (Baudrillard). - Per Aristotele, l'amicizia era base della polis. Compito della politica, diceva, "sembra essere il creare amicizia". Ma se l'antichità "h vissuto e pensato l'amicizia con intensità, l'ha poi portata con sé nella tomba (Nietzsche). - Modelli attuali sono ispirati a bisogno ossessivo di nemici, disuguaglianze esasperate e con macchina omologante efficientissima. - per far nascere l'homo reciprocus, consapevole della propria incompiutezza e inevitabile dipendenza dall'altro bisognerebbe sconfiggere la pre-dominanza della tecnica e la sua unilaterale e universale "forma del mondo".

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"Le virtù dell'ozio": l'otium latino (la vita ritirata di Seneca) e l'otium cristiano (la contemplazione che placa l'agostiniano "inquietum cor nostrum", ovvero uscire dal mondo e naufragare in Dio, la "retraite" giansenista), il petrarchesco cammino "de vita solitaria" verso il salvifico approdo ("mors optima rerum") e il torrione di Montaigne dove testimoniare che "l'ozio fa sempre vagare la mente". - "L'arte di andare a zonzo" - "Non è la vacanza di un'anima priva di scopi. E' il sentimentoacuto dell'universo, quella pericolosa, intellettuale visione degli infiniti possibili, il raptus contemplativo... - ...solo quando ci fermiamo la mente può correre verso i confini delle cose".

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"Si vive l'amore come un codice, costruito anche contro il perenne riaffiorare del desiderio... - forma di ipnosi... - ...il desiderio è un luogo selvaggio, di non-civiltà, è il contrario del codice. E' problematico perché la società ha bisogno di regole per non disintegrarsi".

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"Sono varie le ragioni che fanno il sangue amaro del poeta, ma due prevalgono, forse, su tutte: il disgusto per molti aspetti della realtà del nostro tempo, e il disagio esistenziale, la fatica dell'esserci a fronte di un forte senso del nulla". (M. Cucchi)

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"La storia di un giovane inglese che la guerra ha mutilato nel corpo e nello spirito. Si guarda intorno e non trova risposte all'orrore di quegli anni. - Il romanzo s'arricchisce di molte narrazioni che, come in una seduta psicoanalitica, fanno emergere il sottofondo buio e squallido dell'ambiente familiare. Si spalanca un mondo di menzogna e affiorano verità amare, mentre egli assiste al disgregarsi di ogni rapporto. L'idillio si capovolge nella catastrofe di casa e il mondo sembra preda di demoni. La madre cade nell'abiezione e il padre è come un folle a cui la fantasia ha spezzato l'esistenza. Non senza enfasi e con un linguaggio talvolta iperbolico Döblin compone un'opera epica di grande respiro: sul problema del male, ma anche sulla ricerca di se stessi in un gesto di speranza. Nel destino della famiglia s'intravede il mondo in frantumi del dopoguerra. ma nel riscatto finale lo scrittore concilia la sua nuova fede con l'immagine del futuro. Egli ora sa, come diceva sua madre, "che la nostra sorte va molto più in là di quello che ci immaginiamo".

(Luigi Forte su "Amleto. La lunga notte sta per finire" di Alfred Döblin)

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...nel suo agire c'è tanto il candore della falsa coscienza quanto la disinvoltura di chi si sente indenne dal male e perciò legibus solutus... (Massimo Raffaeli)

"All'uomo di cultutra non spetta altro còmpito che quello di capire, e aiutare a capire". - "Ho cercato in particolare di rispettare le parole che scrivevo, giacché, per mezzo di esse, rispettavo coloro che le potevano leggere e che non volevo ingannare". (Claudio Magris)

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"Il tempo che proclama trionfalmente di aver abbattuto tutti i muri non ha fatto altro che alzarne di invisibili, dunque ancora più invalicabili: "la vera logica urbanistica delle periferie è l'escludere, l'atomizzare, il separare. Le periferie sono il luogo della deportazione, e sono concepite apposta per questo".

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"L'uccello e il pesce possono innamorarsi, ma dove costruiranno il loro nido?"

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"L'esteriorità prima o al posto dell'interiorità. Culto/cura del corpo, ma anche sua negazione attraverso la sua esaltazione. Adoriamo il corpo e insieme ne diffidiamo e vorremmo correggerlo, migliorarlo, farlo più bello e più efficiente".

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"Il suo nome è Wakdjunkaga: "colui che gioca dei tiri" (Trickster) - "Il bagatto, giocoliere dei tarocchi, figura beffarda e inquietante, dispettoso lascivo e folle. - Personaggio complesso: da un lato beffatore e beffato, dall'altro portatore di cultura (il fuoco - Prometeo, Hermes) e addirittura, in certi cicli, creatore del mondo, o perlomeno di uno dei livelli del mondo. E' il primogenito(chiamato anche il Vecchio) e questa definizione riporta alle figure del Purusha vedico o del gigante scandinavo Ymir, esempi dell'urmensch, l'uomo primordiale che dà origine, con lo smembramento o con le azioni, al mondo conosciuto. - Il diavolo, d'altronde non è altro che simia dei, ciarlatanesco imitatore della potenza divina; psicologicamente si può riconoscere in tali forme mitiche la personificazione dell'archetipo collettivo dell'Ombra, di ciò che noi consideriamo negativo, inferiore, sconveniente, ma che comunque ci appartiene. - Jung apparenta la figura di W a quella dello sciamano, la cui formazione comporta un vero tormento fisico e morale, "confermando la verità mitica secondo cui ferito e feritore sono capaci di guarire, e chi soffre elimina il dolore". - "L'agirci senza che noi ce ne rendiamo conto è una caratteristica dell'Ombra e possiamo opporci ad essa solo attraverso il riconoscimento della nostra parte oscura e attraverso la sofferenza che questo riconoscimento ci impone. (Alessandro De Filippi su "Il briccone divino" , Paul Radin, Carl Gustav Jung, Karl Kerényi)

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"L'enigma della scimmia si riferisce alla simbologia dell'animale, collegato fin dal Medio Evo al mostruoso e al demoniaco. Ma anche alla pittura proprio perché la scimmia imita l'uomo come la pittura rifà la natura".

...ah, bear in mind this garden was enchanted!..

...colligite fragmenta, ne pereant...

"Spunterà come radice in terra arida; non ha apparenza né bellezza; disprezzato e reietto dagli uomini; uomo dei dolori che ben conosce il patire" (Isaia 53, 2-3)




Platone nella Repubblica spiega: "Non ci sarebbe, a quanto sembra, nessuno così adamantino da restar fermo alla giustizia, trovandosi tra gli uomini con potere pari agli Dei".

"Preferisco che tutto sia da rifare, al dover tutto accettare come un'eredità immutabile" (Curzio Malaparte, "Kaputt")

"Riconoscere l'importanza di un oggetto può avvenire solo costruendo gerarchie di pensiero. Stabilendo, nel nostro cervello, dei circuiti di livello sempre più ampio, delle categorie di pensiero che possiamo confrontare con quelli che sono i nostri interessi, i nostri desideri, le nostre necessità. Il che significa vivere. Vivere di più, e vivere meglio." (Marco Malvaldi, "L'nfinito fra parentesi").

"M'insegnavate come l'om s'etterna" (Dante, "Inferno")