sabato 23 luglio 2016

Emunctae naris - "Non si va a casa del diavolo per parlare di Flaubert" (Amok)

"Strappato all'oblio, il corso del tempo viene cristallizzato; ci viene offerto nella sua immagine mobile"
((Joseph Czapski, "Proust a Grjazovec")

"I capolavori dell'arte, della letteratura e della filosofia minacciano le tirannie perché incoraggiano a pensare liberamente, immaginare, mettere in discussione le idee preconcette e l'autorità stabilita. Nessun sermone, nessuna forma di correttezza politica può sostituire la profonda empatia che nasce dall'immaginazione, quando questa ci fa vivere le esperienze di altre persone e ci apre gli occhi su idee e punti di vista di cui ignoravamo l'esistenza".
(Azar Nafisi, "Leggere Lolita a Teheran")

"Tutto accade e tutto continua (..da qualche parte nell'universo [Borges]), nulla s'interrompe, la nostra momentaneità si unisce con l'immortalità del mondo".

"Provare nostalgia per un luogo o una persona significa avvertire un distacco che non può essere colmato a causa dell'irreversibilità del tempo: pertanto, la nostalgia è una sensazione dolorosa, letteralmente il dolore del ritorno, il configurarsi di un percorso precluso alla possibilità di attingere ad una esperienza, che sopravvive soltanto nella memoria o è destinata all'oblio. - Novalis "la filosofia è nostalgia, un impulso ad essere a casa propria ovunque" - Heidegger "essere a casa propria significa prendere dimora nella totalità del mondo, accettando il senso di solitudine proprio della finitezza priva di trascendenza che caratterizza la nostra esistenza". -  L'identità dell'uomo moderno è luttuosa, frutto dell'elaborazione malinconica di un esilio originario che ne determina l'incoercibile nomadismo interiore: non vi è nessun luogo da cui partire e nessun approdo in terraferma. - Una patria metafisica può essere raggiunta solo nella prospettiva di un viaggio interminabile, di un'erranza infinita nello spaesamento dell'io. - L'ambivalenza della nostalgia può così essere colta nella perenne oscillazione tra due rimpianti: quando si è lontani, il rimpianto della patria perduta, della lingua materna e del focolare domestico; al ritorno il rimpianto delle occasioni mancate, delle possibilità trascurate". 
(Barbara Cassin, "La nostalgia. Quando dunque siamo a casa?")

"Scrivere è un modo di esprimere emozioni: niente è più importante, senza emozionio non faremmo nulla, non saremmo neanche umani". (Thomas Ligotti)

...la mente che riflette su sé stessa...

- Heart - Barracuda - 1977 -

"Leggere è amare la vita... - ...per scacciare la paura del buio. Il buio dell'ignoranza, della solitudine". (Ferdinando Scianna)

"...due figli della strada, due sheggè, come vengono chiamati i bimbi senza casa a Kinshasa..."


"Ormoni specchio" si attivano quando un individuo osserva la sua stessa azione compiuta da un altro soggetto. - Come dice Re Lear, "La maturità è tutto". (Fabio Volo, "E' tutta vita").

"L'adulterio, quando è ispirato da un vero amore, non indebolisce il sentimento familiare, i doveri di parentela, ma li ravviva". (Marcel Proust)


"Forse ogni salvezza che non provenga da dove ha luogo il pericolo, è ancora sventura" (Heidegger)

"Non esiste ciò che accade, ma ciò che è rappresentato. - ...La realtà oggettiva fa posto alla realtà integrale,senza limiti in cui tutto è realizzato, tecnicamente materializzato, privo di riferimento a qualsiasi principio , a qualsiasi destinazione finale. - ...Stanchi di immaginare, abbiamo affidato a delle macchine il compito di immaginare per noi e di farci immaginare attraverso la loro immaginazione tecnica. - ...Anche il tempo è mutato: il tempo dell'evento, dell'affetto, della passione, il tempo necessario a farsi un giudizio, a creare una volontà - questo tempo è stato sopraffatto dal tempo virtuale."
(Jean Baudrillard, "Il patto di lucidità o l'intelligenza del Male")

"Al pari della teologia, la psicoanalisi è un sapere infondato. Entrambe cercano di riconciliare una fede con la ragione. Entrambe aspirano ad una validità universale delle leggi individuate, siano esse leggi generali dello sviluppo psichico o leggi di natura, dimenticando che anch'esse sono storicamente determinate. Entrambe si valgono di ingegnosissimi accrocchi concettuali e mettono in campo topologie affascinanti, movimenti dialettici del pensiero, nuovi linguaggi che poi diventano, spesso a sproposito, koiné. Entrambe si contendono la nostra anima. Di entrambe è dubbia l'efficacia. Sono macchine di senso: una inserisce Dio l'uomo il mondo e l'universo tutto in un grandioso orizzonte di eternità sul cui sfondo si agita una vicenda storica di caduta e di redenzione; l'altra compone i frammenti sparsi e insensati della nostra esistenza in una storia dotata di significato. A uno sguardo scientista entrambe poggiano sul nulla. O sul tutto della fede, che però è un'esperienza personale, difficilmente partecipabile a chi non abbia percorso il medesimo cammino."

"La follia che alberga nel cuore di ogni uomo è anche emancipazione delle facoltà intellettuali: in questo modo si liberano doti naturali che prima erano state inibite. - Byron: "Duplice è la nostra vita: la fantasia ha il suo proprio mondo / e un vasto reame di sfrenata realtà..."
(Gregory Bateson, "Perceval, un paziente narra la propria psicosi 1830-1832")

"Le parole capiscono se stesse meglio di chi le usa perché il parlante, per quanto colto, è sempre più innocente di loro: la vita di una parola è di solito infinitamente più lunga di qualsiasi individuo. - Ogni nome non ricorda qualcuno, ma la sua assenza."

"L'iconografia dilatata degli occhi intende codificare un certo tipo di sguardo, più che tracciare una rappresentazione realistica degli occhi: si tratta dello sguardo "sbarrato" (comune a tutte le razze) con cui il neonato fissa gli occhi degli altri quando comincia a prendere coscienza dell'ambiente circostante. - Nei fumetti giapponesi non sono occhi guardati, ma guardanti."

Giordano Bruno, scomunicato, dalla chiesa cattolica, ma anche dai calvinisti e poi dai luterani, seppe rispondere a chi lo condannava al rogo: "Tremate più voi a leggere la sentenza, che io ad ascoltarla."


Novalis scrive che "l'anima è un individuo che riempie il tempo", sentenza che mantiene la sua validità nelle "Affinità elettive" di Goethe, poi nella fenomenologia dello spirito hegeliana e nella costituzione della soggettività propria dell'idealismo tedesco.

Harold Bloom difende l'arte della lettura. Di quella strana e superba onanistica funzione dell'individuo che ancora abbia affezione per quell'impunito vizio di trovare in un libro non il "passatempo" , ma la controfigura esistenziale del proprio modo di essere.

Henry James teorizza la sostanziale necessità di non prendere congedo, di non cercare la completezza ma semmai cercare di avvicinarsene soltanto.

La fotografia conserva l'aura, la non riproducibilità di un istante irripetibile.

"E' molto raro il momento in cui "succede qualcosa" per davvero. Il più delle volte le persone e le cose se ne stanno semplicemente lì,l a mezz'aria." (Sandor Marai, "Il gabbiano")

L'identità nazionalista e post-colonialista del Subcontinente è basata sul microcosmo familiare, sul controllo delle libere pulsioni emotive grazie ai matrimoni combinati e a quella che è stata definita "corporate morality", di cui è parte fondamentale il concetto di "arth", anche profitto, accumulo di beni materiali, ma soprattutto, almeno in teoria, ricerca e acquisizione del benessere spirituale. (Namita Devidayal, "Dolceamaro a Bombay")

"Apollo e Dioniso rappresentano il sogno e l'ebbrezza, la forma e la forza, la visione e l'impulso orgiastico, differenti espressioni del sentimento estatico dell'esistenza, quello in cui l'uomo viene trasfigurato nell'opera d'arte. Nietzsche insiste sulla coesistenza delle due divinità che si spartiscono il dominio nell'ordinamento delfico del culto, generando un equilibrio che vede alternarsi assennatezza e dismisura, moderazione e violenza. Tra Dioniso e Apollo si instaurò la lotta tra verità e bellezza, che caratterizzò la grecità fino a raggiungere, depauperata e isterilita dopo Socrate, la modernità; i Greci intesero che il fine della cultura è quello di "velare la verità", di opporre la misura all'eccesso. Si trattò per la grecità apollinea di trasformare il carattere lacerante del pensiero tragico in rappresentazioni con cui si potesse "vivere", creando un mondo intermedio tra verità e bellezza, in cui il dolore, l'assurdità e l'atrocità dell'esistenza giungessero a manifestarsi in una bella parvenza, trasferendo cioè sul piano illusorio e salutare dell'apparenza la visione annichilente di quell'abisso terrificante. L'arte rendeva possibile la creazione di "una possibilità più alta di esistenza", che consisteva nel mantenere aperta e vibrante l'espressione degli affetti, la comunicazione dei sentimenti, la condivisione del dolore, seppur trasferita "in rappresentazioni coscienti".; in tal modo nell'esaltazione dell'essere che si avvale della danza e dell'intero simbolismo del corpo, la bellezza veniva ad accrescere con "il piacere di esistere", cioé la vita ascendente. - Eros e Logos convivono permanentemente nella nostra vita."

(Giorgio Colli, "Apollineo e dionisiaco")

Chi ricorda Euripide sa che Elena, colei per la quale tanto sangue fu sparso, è soltanto un eidolon, un simulacro, un'immagine fatta d'aria. - I narcisisti alessitimici, così profondamente insicuri e spaventati da sentirsi costretti a ostentare un'immagine di autosufficienza, che li porta a dire: "Non ho bisogno di nessuno."

"Guarda, ritornano", scriveva Ezra Pound degli dèi greci, "uno per uno/ impauriti, solo a metà svegli". Gli dèi non sono morti, scriveva Jung, sono diventati malattie dell'anima. Ma è stato James Hillman a svelare al Novecento il ritorno degli dèi, o meglio agli dèi come modelli di psicopatologia, agli dèi come vettori di consapevolezza del destino proprio di ogni anima e di ogni suo aspetto, agli dèi come forme archetipiche nelle quali riconoscersi. Robert Bly ha cantato il riaffiorare di Saturno nell'ombra della pandemia contemporanea: la depressione; - L'intreccio fra i tormenti dell'anima individuale e i grandi mali collettivi può decrittarsi solo svelandone gli archetipi, riflessi negli antichi dèi. (Silvia Ronchey)

""Nel suo libro c'è del buono e dell'originale, ma quel che è originale non è buono, e quel che è buono non è originale." (Bertrand Russell)


Cilicio

...è guardarsi con gli occhi degli altri;
...è la consapevolezza della fugacità di tutti questi nostri passi;
...è la maschera che ti sfigura per non farti sfigurare;
...è il dubbio nell'errore non compiuto;
...è pensare il cambiamento come ad un supplizio;

"...piccolo uomo di fronte al Mondo che ti schiaccia, non chinare la testa, anche se duole; se non altro l'orgoglio e la dignità?..."

...è quella speranza che ti assale, quando vacilli;
...è l'immagine di quello che poteva essere;
...è la Ragione che t'impone la sua crudeltà;
...è un vuoto che non si colma;

"Siamo attimi nel tempo. Inventiamo scuse"