giovedì 5 dicembre 2013

Hear the Sirens?? - Crimine e Discrimine

Tra il 1943 e il 1945 la furia dei tedeschi si abbatté sui civili italiani facendo registrare oltre 400 episodi di uccisioni collettive (con un minimo di 8 morti): in totale circa 15000 vittime. Fu un fenomeno unico per tre ragioni: l'importanza delle cifre delle vittime; la partecipazione attiva di altri italiani, dei fascisti arruolati nella Rsi; il fatto che tutti gli episodi si siano configurati non genericamente come azioni di guerra, ma come veri e propri crimini.
La ricerca storica sembra incerta nel configurare una storia plausibile delle motivazioni politiche (e direi dei quadri mentali e psicologici) che diedero origine a quei massacri. Per alcuni si trattò di azioni "gratuite, avulse, nonostante le apparenze, da una logica strumentale del tipo mezzo-fine". In questa ottica , riprendendo la distinzione avanzata da Freud in Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, la politica del massacro, assolutamente inspiegabile in termini di "interessi", si configurerebbe invece come il prodotto di una "passione", che cerca di camuffarsi e auto-legittimarsi appellandosi alla razionalità di un interesse. Una sorta di pulsione distruttiva, quindi, che non avrebbe nessuna utilità pratica.
Altri storici invece in quelle azioni riconoscono i tratti di una consapevole strategia ammonitiva. - ...Per non soccombere al raccapriccio, lo storico si trincera nelle consuete operazioni filologiche della sua ricerca: stabilisce la loro provenienza, si confronta con la loro casualità (vi sono stragi di piccole dimensioni molto documentate e episodi tragicamente rilevanti che non hanno nessun riscontro fotografico), la loro collocazione cronologica e territoriale, il fatto che siano state scattate durante la strage o dopo, nel corso dell'esumazione delle vittime, che i loro autori siano semplici cittadini o pubbliche autorità, ecc...
L'impressione è che , in casi come questi, il rigore filologico sia necessario allo storico anche per stemperarne  l'emotività, rassicurarlo, proteggerlo dagli orrori che è costretto a percepire con tutti i suoi sensi messi al lavoro. (Giovanni De Luna - Luca Baldissara, Paolo Pezzino, "Crimini e memorie di guerra" - Leonardo Paggi)

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Si sta come d'autunno.

 Seme

Campi.
Alberi d'ombre,
isole naufragano in vasti acquari,
inferma notte,
sulla terra che nasce:


un suono d'ali
di nuvola che s'apre
sul mio cuore:




nessuna cosa muore,
che in me non viva.



Tu mi vedi: così lieve son fatto,
così dentro alle cose
che cammino coi cieli;


che quando tu voglia
in seme mi getti
già stanco del peso che dorme.

(Salvatore Quasimodo)

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Che fece...il gran rifiuto

Giunge per qualcuno il giorno
quando bisogna pronunciare il grande Sì 
o il grande No. Si vede subito chi 
ha in sé pronto il Sì, e nell'affermarlo s'eleva 

ancora di più nella stima e nella propria convinzione.
Chi nega non si pente. Se richiesto di nuovo, 
ancora no avrebbe detto. Ma questo no - 
questo giusto no - gli guasta tutta l'esistenza.

(Kostandìnos Kavafis)


♪..The wind of change blows straight into the face of time..♪
♪..like a stormwind that will ring the freedom bell..♪

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